Quanto mi dai se ti uccido? di Walter Spennato

 

 

Walter Spennato è nato a Gallipoli nel 1972. È dottore di ricerca in “Sociologia dei fenomeni culturali e dei processi normativi” presso l’Università degli Studi di Urbino. È presidente di POLYBIUS Associazione culturale a Km0, con la quale si occupa di formazione e di organizzazione di eventi culturali a basso impatto ambientale. È responsabile del Presidio del libro di Racale. È l’ideatore di VERBA VOLANT Festival dell’Ascolto. Ha pubblicato SexNoir (2006), Piccoli omicidi del cazzo (2008), Il Patto territoriale del Sistema Murgiano, in F. Piselli e F. Ramella, Patti sociali per lo sviluppo (2008).

 

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Quanto mi dai se ti uccido?

La mattina mi alzo tranquillo, come solitamente fanno le persone normali.
Poi faccio colazione con latte caldo e biscottini, nel frattempo leggo al volo una poesia sconcia di Bukowski, che mi mette di buonumore.
Felice come una Pasqua e con passo spedito raggiungo la macchina. La accedo e sgommo come un razzo fuori dal parcheggio.
Ma è al primo incrocio che già mi imbatto nell’imbecille di turno. Al secondo è la volta della vecchia rincoglionita.
Al terzo bestemmio come un turco e schiaccio il clacson all’infinito.
Dal quarto in poi vorrei farli fuori tutti. Sparargli ad uno ad uno in faccia. E comincia il mio giorno di ordinaria follia metropolitana.
La normalità e la pazzia confinano. E ci vuole veramente poco per oltrepassare la frontiera. E divento il serial killer della tangenziale.
E non ci credo che ci sia qualcuno tra voi a cui tutto questo non accade. Che esista persona al mondo che tra i suoi desiderata non abbia anche quello di uccidere qualcuno. Che so, il venditore della Folletto rompicoglioni, la suocera invadente, il dentista distratto, il vigile daltonico, Vittorio Sgarbi.
Beh, se non avete di queste pulsioni vuol dire che non siete normali. Che siete perfetti come vittime.
Un gioco da ragazzi farvi fuori.
Ehi tu! Sì, proprio tu che stai leggendo. Quanto mi dai se ti uccido?

FSSSSSSSS
Lo uccisi.
Fu molto semplice.
Mi bastò pungerlo con un spillo.
Quel pallone gonfiato.

 

***

 

FORTISSIMO

L’amavo.
La strinsi forte.
Fortissimo.
La soffocai.

 

***


TERRONE A CHI?

Mi chiamò in tutti i modi: stronzo, coglione, idiota,
imbecille, fetente, meschino, cretino, deficiente,
stupido, ebete, carogna, vigliacco, scimunito…
Fu quando mi disse terrone che smise di respirare.

 

***

 

ZOCCOLA

Se il marito spinge la moglie per strada,
non significa necessariamente che vuole ucciderla.
Se passa nel frattempo un camion e la investe,
significa probabilmente che la moglie è sfigata.
Ma se il camion che sta passando riesce a fermarsi in tempo,
significa verosimilmente che la moglie è fortunata.
E se poi lui mette fuori una pistola e le spara,
significa indubbiamente che la moglie era una zoccola!

 

***

 

L’ASPIRAPOLVERE
Ho sentito suonare alla porta, così sono andato ad aprire.
Sulla soglia mi trovo il tale degli aspirapolvere, che insiste per entrare. Odio i venditori porta a porta, non li sopporto, fanno di tutto per fregarti.
Poi in un raptus di buonismo, lo faccio accomodare.
E allora lui attacca a parlarmi dell’aspirapolvere, delle caratteristiche principali, delle funzioni speciali, degli accessori…
M’aveva convinto, devo dire.
Peccato però che non avevo con me un centesimo per comprarlo.
Così l’ho accoppato.
Se sono pentito?
Assolutamente no!
È davvero un ottimo aspirapolvere.

 

***

 

LA MIA PERSONALE SPENDING REVIEW
Dei tagli secchi.
Lineari.
Alla gola.
Da morta, mi costa meno.

 


 

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